Alla base della nascita di un film, sembra banale dirlo, c'è l'Idea, che non segue delle regole ma deriva dalla creatività, dalla folgorazione del soggettista, del regista, o dello sceneggiatore, che spesso sono la stessa persona. La spinta è la "voglia/necessità" di raccontare una storia attraverso, non solo le parole, ma anche e soprattutto le immagini. I passaggi obbligati per la sceneggiatura sono l'idea drammatica, il soggetto, la scaletta, il trattamento e infine la sceneggiatura. Poi si passa al piano di lavorazione e allo storyboard.
L'idea drammatica o story-concept è il nucleo stesso della storia, il riassunto sintetico di ciò che accade comprensivo di tutti gli elementi: protagonista, motivazione, problema drammatico, conflitto, azioni, sviluppo e risoluzione. Il soggetto è la storia del film sotto forma di racconto letterario, con specificati: i personaggi principali, la localizzazione nello spazio e nel tempo, l'inizio, gli avvenimenti principali, il centro e la fine della vicenda. Il soggetto, originale (totalmente inventata) o non originale (adattamento da un opera letteraria), non deve superare le quattro cartelle: mezza pagina per la scena di apertura, mezza per la prima parte dell'azione, mezza per il primo colpo di scena, mezza per l'azione della seconda parte, mezza per il secondo colpo di scena e una cartella per il finale. La scaletta è lo schema del film: la successione ordinata di avvenimenti e azioni, numerate progressivamente, in modo da organizzare la storia in sequenze (azioni/scene logicamente collegate tra di loro), evitando salti o incongruenze nel susseguirsi degli eventi. Il trattamento è la trasformazione del soggetto in una storia in cui i personaggi sono definiti, i dialoghi prendono forma e le situazioni, gli ambienti vengono ampiamente descritti. Una sorta di soggetto ampliato, in genere scritto al presente, in prima o terza persona, in forma indiretta. In questa fase si comincia ad approfondire la biografia, il carattere e gli stati d'animo dei personaggi. Si arriva così alla sceneggiatura: la storia viene divisa in scene (un'unica azione che avviene senza interruzioni di tempo e luogo, se cambiassero tempo e luogo, cambierebbe anche la scena). Nella sceneggiatura è necessario specificare: le indicazioni sul luogo (precisando se interno o esterno), la descrizione della scena da un punto di vista visivo (luce, ambiente, particolari), le azioni dei personaggi (come si muoveranno sulla scena e le tecniche di ripresa), i dialoghi definitivi e persino i rumori di scena (una porta che sbatte, una radio in sottofondo). Esistono tre tipi di stesura di sceneggiatura. La sceneggiatura italiana: il foglio è diviso in due colonne, a destra la descrizione della parte visiva, a sinistra i dialoghi. La sceneggiatura americana: la descrizione della scena è a tutta pagina, mentre i dialoghi vanno subito sotto e centrati. La sceneggiatura francese: una via di mezzo tra le precedenti, la descrizione è a tutta pagina e i dialoghi stanno sotto a sinistra.
Ora si necessita di un piano di lavorazione: l'organizzazione
delle riprese al fine di economizzare tempi e mezzi. Un film non viene
quasi mai girato in maniera consequenziale, questo perché tutte
le scene ambientate nello stesso luogo vengono girate insieme, anche se
si tratta della prima e dell'ultima scena. Così per un buon
piano di lavorazione sarebbe bene avere a disposizione: i giorni di
inizio delle riprese, il numero totale dei giorni, gli attori, la
disponibilità dei set in cui girare (questo anche se volete
girare a casa di un amico è bene sapere quando può), i
giorni di eventuali trasferimenti, l'ordine delle riprese tra interni e
esterni, dal vero o nei teatri di posa. Infine, un altro strumento
fondamentale prima di girare è lo storyboard: una specie di
sceneggiatura a fumetto, una successione di quadrati bianchi in cui
disegnare le diverse inquadrature, che a volte contengono anche abbozzi
di dialoghi. Ogni disegno è numerato: il numero in alto a destra
è quello della scena, preceduto ancora a destra da un trattino,
il numero dell'inquadratura. Si inizia così a definire piani,
angolazioni, posizioni, movimenti di camera/personaggi, e il montaggio
della sequenza. Ma per non sbagliare, o trovarvi pentiti, effettuate
comunque riprese della stessa scene da più angolazioni, in fase
di montaggio avrete più possibilità di scelta. Ora siete
davvero pronti per il primo Ciak!